Esistono forme, modi, pratiche per migliorare le proprie abilità nel pensiero strategico.
Nella logica delle organizzazioni e dei singoli il movente ideale, oggi più che mai, è un fattore di successo. Molti manager conoscono il “cosa” e il “come” dell’organizzazione in cui lavorano o in cui aspirano a lavorare. Non sempre conoscono il “perché”.
Eppure è proprio dal “perché”, spiega Simon Sinek nel suo longseller Start whith why, che dobbiamo partire. Perché è dai “perché” che si innova, si accresce e si consolida il proprio vantaggio competitivo.
Lo hanno fatto i grandi leaders della storia e le loro vicende esemplari, nate tutte da un “perché”, possono ispirare un’azione efficace volta al cambiamento. Negli affari, sintetizza Sinek, «it doesn’t matter what you do, it matters why you do it». Conta perché lo facciamo, non solo cosa o come lo facciamo.
Quando la decisione di un executive è radicata in un “perché”, ispira tutti. Crea un campo empatico che spinge positivamente gli altri a compiere a propria volta azioni allineate e a prendere decisioni coerenti. Questo è il segreto del cambiamento.
Un segreto che Sinek invita a visualizzare in un cerchio aureo (golden circle), ispirato alla semplicità geometrica della sezione aurea, che va dal “perché” facciamo qualcosa, al “come” facciamo quella cosa, fino al “cosa” facciamo quando facciamo quella cosa.
Tutti gli executive e tutte le aziende sanno cosa fanno. Quasi tutte gli executive e le aziende sanno come lo fanno. Ma sono davvero pochi coloro che sanno perché lo fanno. Se la regola generale è partire dall’esterno del cerchio e, eventualmente, arrivare all’interno i grandi leader, i decision makers, i C-level di successo si muovono seguendo un’altra strada. Partono dall’interno, non dall’esterno del cerchio. Lo fanno quando agiscono, lo fanno quando comunicano, lo fanno quando ispirano: ciò che li muove è il “perché”. Ed è la ragione del loro successo e della loro forza nel cambiamento.
Sinek, S.
Start With Why: How Great Leaders Inspire Everyone to Take Action, Penguin, Londra 2009.