
Un puzzle complesso per head hunter e imprenditori
Articolo a firma di Luca Semeraro, SVP Recruitment Solutions Southern Europe di Badenoch + Clark e Spring Professional, su Il Sole 24 Ore.
Articolo a firma di Luca Semeraro, SVP Recruitment Solutions Southern Europe di Badenoch + Clark e Spring Professional, su Il Sole 24 Ore.
Più competenza, più flessibilità, meno costi: questi i tre temi in cima alla lista di ogni amministratore delegato e di ogni imprenditore, in particolare in questo momento storico, in cui è imperativo sapersi adattare velocemente ai cambiamenti del mercato e non farsi travolgere da questa inevitabile trasformazione.
Articolo a firma di Luca Semeraro, SVP Recruitment Solutions Southern Europe di Badenoch + Clark e Spring Professional, su Il Sole 24 Ore.
Articolo a firma di Luca Semeraro, SVP Recruitment Solutions Southern Europe di Badenoch + Clark e Spring Professional, su Il Sole 24 Ore.
Le management skill vanno premiate con incentivi variabili. Contano i risultati economici ma anche gli obiettivi reputazionali. E più spazio alle donne nei board.
Il nostro ambiente di vita, le relazioni e il lavoro sono oramai calati in sistemi non lineari, sintetizzati in un acronimo divenuto d'uso corrente: VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity).
Per anni si è discusso quasi unicamente di organigrammi. Fra molti ha prevalso l’idea che la struttura organizzativa, riquadri e linee dell’organigramma aziendale e persino il cosiddetto span of control (raggio del controllo) fossero fattori determinanti della performance finanziaria.
Elaborata alla fine degli anni Settanta da James MacGregor Burns, l’idea di leadership trasformativa (transformational leadership) indica uno stile che comporta una chiara visione organizzativa dove «leaders and followers» si aiutano l’un l’altro, al fine di raggiungere livelli più avanzati di standard professionali.
Un luogo comune ci vuole sempre positivi e brillanti. Un altro luogo comune vede ogni critica al proprio operato come un atto di ostilità.
Nella logica delle organizzazioni e dei singoli il movente ideale, oggi più che mai, è un fattore di successo. Molti manager conoscono il “cosa” e il “come” dell’organizzazione in cui lavorano o in cui aspirano a lavorare.
Dobbiamo temere l'influenza degli altri sul nostro comportamento? Oppure comprendere i meccanismi profondi di questa influenza può aiutarci a metterla a frutto, rendendoci sempre più autonomi nelle scelte?
Esistono forme, modi, pratiche per migliorare le proprie abilità nel pensiero strategico.
Il design thinking sta all’innovazione del XXI secolo esattamente come il total quality management del XX stava alla produzione.
Ci sono comportamenti che fanno la differenza. Il modo in cui reagiamo agli eventi o il modo in cui li trasformiamo in fattori di crescita, ad esempio.
Produciamo conseguenze, generiamo relazioni. Ogni gesto, ogni azione della nostra vita è connesso a doppio legame con altri gesti, altre azioni, altre vite.
Nella sua The Theory of Moral Sentiments, pubblicata nel 1759, il padre dell’economia classica Adam Smith delinea un’idea di società fondata sui sentimenti, ossia sulla capacità interumana di condividere e capire le emozioni e i sentimenti dell’altro.
Alla metà degli anni Novanta, il politologo Francis Fukuyama individua nel confucianesimo la chiave per comprendere i nuovi equilibri di leadership che stanno avanzando nel contesto globale con l’Oriente emergente.