La Corporate Governance serve alle Pmi per crescere | Badenoch + Clark

La Corporate Governance serve alle Pmi per crescere

In Italia sono oltre 148mila, occupano circa 4 milioni di addetti e hanno un fatturato complessivo di 900 miliardi di euro, circa la metà del Pil del nostro paese. E, fortunatamente, dopo un periodo davvero difficile fra il 2010 e il 2014, sono tornate ad avere dati positivi.

Inserito 19 giugno 2019

La Corporate Governance serve alle Pmi per crescere

In Italia sono oltre 148mila, occupano circa 4 milioni di addetti e hanno un fatturato complessivo di 900 miliardi di euro, circa la metà del Pil del nostro paese. E, fortunatamente, dopo un periodo davvero difficile fra il 2010 e il 2014, sono tornate ad avere dati positivi. Ma quanto il sistema delle PMI può ancora crescere? E quali sono gli strumenti che può utilizzare per farlo? Il tema è stato al centro dell’evento “Governance, obbligo per pochi o opportunità per molti?”, organizzato da B+C Executive e Spring Professional alla Basilica Palladiana di Vicenza. Un’occasione di approfondimento e dibattito introdotta dalla relazione di Marco Giorgino, ordinario di Financial Markets and Institutions al Politecnico di Milano.

Un settore in crescita

I dati presentati dal professor Giorgino confermano il buono stato di salute delle Piccole e Medie imprese italiane, che per esempio nel 2017 hanno visto alzarsi dell’11,2% la redditività netta per gli azionisti. Non solo: il 53,6% delle aziende è considerato “solvibile” dal sistema bancario, il 32,6 vulnerabile e solo il 13,8% a rischio. Altro dato molto significativo: nel 2018 gli investimenti di private equity hanno toccato quota 9.788 milioni di euro, con un balzo in avanti rispetto sia a un 2017 in controtendenza (4.938 milioni) che a un 2016 più in linea con il trend (8.191 milioni investiti). Inoltre, negli ultimi anni le PMI hanno recuperato un buon livello di capitalizzazione. L’insieme di questi dati, secondo l’analisi del professor Giorgino, potrebbe indicare la possibilità di una “maggior spinta agli investimenti per il futuro, che dovrà confrontarsi con investitori e mercati sempre più selettivi nelle scelte allocative e nella composizione del propri portafogli”.

Meno banche, più mercato

Le PMI dunque potrebbero essere invogliate a crescere e a investire, ma dovranno fare i conti con un contesto mutato. “Negli ultimi anni il volume dei prestiti bancari alle PMI non è cresciuto”, commenta ancora Marco Giorgino. “Sembrerebbe esserci una tendenza da parte del sistema bancario a ridurre la propria presenza come intermediario all’interno del sistema economico e a concentrare di più i propri interventi sulle scadenze a breve”. Il che comporterà per il sistema PMI la necessità di ripensare i tradizionali meccanismi di finanziamento, rinunciando alla proverbiale cautela nell’avvicinarsi al mercato dei capitali.

Governance, una scelta vincente

Proprio per la scarsa frequentazione del mercato, la gran parte delle piccole e medie imprese non hanno mai sentito l’esigenza dei darsi una governance, cioè un insieme di regole per disciplinare la direzione e la gestione delle società. E infatti il 45,6% di queste aziende ha un consiglio di amministrazione composto solo da membri della famiglia di riferimento, il 33,1% ne ha più della metà e solo il 21,4% ha un organo di controllo con la maggioranza di esterni. Invece, dotarsi di una governance chiara, che definisca ruoli, responsabilità e processi decisionali, crei un sistema di controllo interno e dei rischi, espliciti gli schemi di remunerazione e affronti il tema della successione sono, secondo il professor Giorgino, la condizione necessaria da un lato per attrarre risorse manageriali di valore, dall’altro per entrare nei radar dei possibili investitori. “In sintesi”, ha concluso Marco Giorgino, “la governance può e deve diventare una leva strategica per la creazione del valore e per attrarre capitali sui mercati”.