Dall'AD agli operai, il food paga bene | Badenoch + Clark

Dall'AD agli operai, il food paga bene

20 maggio 2019 - Affari e Finanza, la Repubblica

Inserito 20 maggio 2019

LUIGI DELL`OLIO, MILANO
"E non solo: secondo l`analisi di Badenoch + Clark Italia il food è il settore che ha anche tenuto di più in termini di occupazione"

La componente variabile degli stipendi è di casa tra i lavoratori del settore food, con quote crescenti per i profili più elevati. È uno degli elementi che emerge dalla ricerca realizzata da Badenoch + Clark Italia, azienda specializzata nel recruiting di figure manageriali, in collaborazione con JobPricing, che segnala anche profonde differenze retributive tra i dirigenti dei diversi comparti che compongono la filiera. «Il quadro complessivo della filiera food negli ultimi anni è di sostanziale tenuta a livello retributivo nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato l`economia italiana, a conferma del peso crescente assunto da questo settore», analizza Federico Fontana, country director di Badenoch + Clark. "Anche gli occupati del settore tendono a rimanere stabili e questo, confrontato con la decrescita in altri settori dallo scoppio della crisi in poi, va
salutato positivamente". Tra i dirigenti, coloro che lavorano presso aziende degli alimenti, bevande e prodotti di largo consumo nel 2018 hanno ottenuto una retribuzione annua lorda (Ral) media di 105.563 euro, un dato superiore del 4,4% rispetto al totale dei dirigenti italiani. Sopra la media anche quelli impegnati presso hotel, bar e aziende della ristorazione (+1,5%), con 102.625 euro di Ral lo scorso anno. Meno bene vanno le cose per le figure apicali della grande distribuzione e commercio al dettaglio, a quota 99.008 euro (2,1% della media dirigenziale nel nostro Paese), e per quelle che lavorano presso aziende dell`agricoltura, allevamento, silvicoltura e pesca, a 92.874 euro (-8,2%).

LA DIFFERENZA LA FA LA GEOGRAFIA
Dinamiche simili si ritrovano in merito alla Ral dei quadri, più alto della media nei primi due comparti citati (rispettivamente 57.738 e 54.487 euro) e più basso negli altri due (53.119 e 48.934 euro). Le differenze si spiegano alla luce della diversa localizzazione geografica per dimensioni aziendali. «I prodotti e i ristoranti italiani stanno vivendo una fase di grande visibilità a livello mediatico e questo spinge le retribuzioni delle figure più elevate - spiega Fontana - Inoltre vi sono diverse grandi aziende in questi due comparti, che si affidano a dirigenti di comprovata professionalità per gestire fatturati importanti, pluralità di canali di vendita». All`opposto, l`agricoltura è penalizzata dal suo posizionamento alla base della filiera, oltre che dalla prevalenza di piccole realtà imprenditoriali o comunque a gestione padronale, che in genere pagano meno rispetto a quelle più strutturate e managerializzate. Ben il 60% dei dipendenti del food complessivamente considerati percepisce una quota variabile di retribuzione (con l`incidenza che cresce parallelamente ai livelli di responsabilità, arrivando al 20,0% della Ral per i dirigenti, con una media di 19mila euro annui), un dato tra i più alti dell`economia italiana, che si spiega con le maggiori variazioni congiunturali della filiera. Oltre che con la tendenza da tempo consolidata a fissare "kpi (indicatori di performance, ndr) stringenti. «Questa ragione continua Fontana - spiega anche una spiccata tendenza alla mobilità tra i profili più elevati, sia tra le varie aziende della filiera, sia allargando l`orizzonte a quelle dell`home care, personal care ed elettronica di consumo. Infine uno sguardo alle qualità più apprezzate nei manager, quelle cioè che offrono ai professionisti maggiori opportunità di carriera. «In cima ci sono le capacità di people management, cioè gestione delle persone, e di problem solving spiega ancora Fontana - Oltre a doti analitiche spiccate e abilità nell`innovazione di prodotto».